Auguri alla mia Patria per il suo anniversario. Spesso, ultimamente, ho provato imbarazzo, se non vergogna, dell’essere italiana e mi rendo conto che l’orgoglio di esserlo spunta in virtù di quanti molti italiani hanno fatto … in passato. Che i geni degli italiani si stiano modificando a causa di strani organismi modificati viventi che creano disordine, confusione? Dov’è quel popolo intelligente, creativo, vivo che eravamo? Si diceva: italiani, brava gente. Ora se sei una brava persona rischi di passare per cretino.
Spesso, per ragioni professionali, io e Roberto andiamo in Francia, a Parigi. La Francia rappresenta per noi la civiltà, ma poi, quando visiti il Louvre, scopri che un’importante parte delle opere esposte sono italiane. Si esce dal Louvre impregnati di cultura, di arte, in gran parte “made in Italy”, tanto da poter girare tra le strade di Parigi con fierezza, anche se a volte in un bar il cameriere fa finta di non aver capito che vuoi un caffè, perchè non hai l’accento giusto. Ho provato lo stesso orgoglio quando Benigni ha parlato della nostra storia, dell’inno di Mameli al Festival di Sanremo (l’unica ragione per cui l’ho visto era proprio la presenza del Premio Oscar al festival). Avrei voluto scendere in strada con la bandiera d’Italia in mano. Poi alla mente mi sono tornate in memoria i fatti degli ultimi anni. Ed ho provato un misto di rabbia e di pena per quello che siamo ora …
Bossi ha detto che le coccarde tricolori se le mette a Natale. Fratelli d’Italia, è ora che l’Italia si desti oppure, mettiamoci le coccarde tricolori anche noi, a Natale. Noi, come lui.
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