di Michele Bonfrate*
Ma che ci azzecca la TEV (Tecnica energo vibrazionale) con il dentista ?
Vediamo un po’ …… iniziamo dalla patologia più frequente che il dentista affronta giornalmente
LA CARIE
La carie è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente (smalto dentina) e che origina dalla superficie e procede in profondità fino alla polpa dentale.
CAUSE:
Le cause della carie sono legate a tre fattori determinanti:
- la flora microbica presente nella bocca (streptococco mutans, streptococco milleri, streptococco mitior, streptococco sanguis, Actinomyces, Lactobacillus),
- le condizioni generali dell’individuo
- le sue abitudini alimentari (dieta ricca di saccarosio).
la flora microbica
Tra i vari batteri presenti nel cavo orale vi è una specie più cariogena delle altre : lo streptococco mutans .Questo streptococco sintetizza acido lattico o formico (a seconda della quantità di zuccheri), che scioglie i tessuti duri del dente (per esempio l’idrossiopatite dello smalto), a partire dal glucosio, che è il componente dei residui alimentari che restano in bocca dopo un pasto.
le condizioni generali dell’individuo
Le condizioni generali che aumentano il rischio di carie sono:
-le alterazioni del flusso salivare, sia quelle di tipo quantitativo (in genere il flusso salivare medio è di 1000 ml al giorno) sia quelle di tipo qualitativo (pH, alterazione delle concentrazioni dei componenti della saliva). La saliva combatte la carie tamponando l’acidità della bocca, e ha funzione sia microbicida che immunitaria; –
-arcata dentaria disarmonica (denti storti), che facilita la formazione della placca cariogena;
le cattive abitudini alimentari
ossia i frequenti spuntini, o l’eccessivo consumo di cibi dolci, aumentano il rischio di carie. Gli zuccheri semplici (più raffinati) e quelli più appiccicosi sono i più cariogeni. La frequenza elevata di assunzioni di zuccheri mantiene un pH della bocca acido, e la demineralizzazione è continua. La polpa, come del resto tutti i tessuti dentari, non ha capacità riparative, perciò l’unico che può riparare il danno è il dentista
–SINTOMI:
All’inizio, la carie può essere solo visibile, senza dare sintomi particolari. Man mano che la lesione cariosa progredisce fino a giungere alla dentina compaiono i primi sintomi della malattia.
Questi sono connessi agli stimoli fisici (freddo e caldo) e chimici (zuccheri). Infatti, a livello della dentina sono presenti particolari strutture, dette tubuli dentinali, che contengono il prolungamento citoplasmatico degli odontoblasti e un liquido da essi formato.
I batteri che provocano la formazione della carie producono enzimi e sostanze tossiche che si diffondono attraverso i tubuli che per mezzo degli odontoblasti sono direttamente collegati alle strutture vascolonervose presenti nella polpa.
Se la lesione cariosa non viene rimossa, tali sostanze tossiche continueranno a diffondersi fino a giungere all’organo della polpa.
La sintomatologia a questo punto diventa viva ed assume le caratteristiche tipiche della nevralgia del trigemino della seconda o della terza branca a seconda della zona imputata: nevralgia del nervo mandibolare se il dente è del mascellare inferiore; nevralgia del nervo mascellare se il dente è nel mascellare superiore.
– I sintomi specifici sono: dolore diffuso a tutta l’emiarcata dentaria senza possibilità di distinzione del dente dolente, dolore esacerbato dagli stimoli chimici e fisici. In questo stadio la polpa è in pulpite cioè ha aumentato il suo volume per dilatazione delle arterie (facilitazione dell’arrivo delle cellule imputate nel processo della flogosi). Dopo questa fase il dente non dà più sintomi in quanto la polpa, essendo contenuta in un contenitore rigido, va incontro ad ischemia.
L’ischemia provoca la necrosi della polpa ed il processo carioso diventa silente.
-TERAPIA:
-La terapia della carie consiste nella rimozione del tessuto cariato e nell’otturazione della cavità residua con materiali diversi (dalla antiestetica e tossica amalgama di argento, ai materiali estetici come il composito, ai cementi vetroionomerici, agli intarsi in oro, ceramica o composito) a seconda delle esigenze estetiche e funzionali. La terapia della pulpite consiste nell’apertura mediante trapanazione della cavità pulpare, nell’asportazione completa della polpa (nel caso non possa essere conservata) ed in una disinfezione accurata, quindi l’otturazione della cavità competerà l’opera.
–Questa la terapia da parte del dentista.
Esiste, però, una terapia , ben più importante, che ciascuno dovrebbe attuare, a costo zero, che è quella preventiva, agendo sui fattori di rischio della carie descritti all’inizio.
-Una volta inseriti in questo tipo di logica possiamo parlare di “trattamento TEV“ applicate nella cura dei denti.
TRATTAMENTO TEV NELLA CARIE.
(SEGUE)
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*Dott. Michele Bonfrate. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Universita’ di Siena nel 1979, lavora dal 1980 al 1987 nel reparto di “Chirurgia generale” dell’Ospedale “San Marco” di Grottaglie (TA), sua città natale. Nel 2009 inaugura il nuovo studio , edificio di 500 metri quadri che al suo interno racchiude il laboratorio odontotecnico, sei sale operative , vari locali per la sterilizzazione, una sala raggi. Istruttore TEV , ricercatore.
Penso che la Tev puo’ fare molto in campo odontoiatrico.vPenso che e’ uno studio che dovra’ andare avanti.fCon le staminali organiche hanno riprodotto un dente.Stanno studiano.Con gli strumenti Tev si potrà credo in futuro riparare la dentina ed altro.Io ho due colletti ipersensibili al freddo non e’ che invece di andare dal dentista può ‘ intervenire la Tev.Non dovrei mettere neanche la resina sui colletti.Interessante lo studio attrezzato del dr. bonfrate.
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Aspettiamo con ansia il seguito dott. Bonfrate! Molto molto interessante e promettente!
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