Odontoiatria e TEV. Parte terza. Dott. Michele Bonfrate

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Ma che ci azzecca la TEV con il dentista? (1)

Ma che ci azzecca la TEV con il dentista? (2)

Bene dottore, mi direte, interessante, anzi, molto interessante, ma una volta che la carie ha interessato il dente, lo ha scritto lei, va rimossa, infine,  la parte del dente distrutta dalla carie sarà necessario ricostruirla. Fatto questo cosa può fare di più un dentista? La TEV poi, come si inserisce in tutto questo? Vuoi vedere che ora ci dice che attraverso i materiali di otturazione possiamo stimolare energeticamente non solo quel dente ma anche il settore energetico e gli organi correlati….!!!!!!

Siamo nella fantasia pura, dottore !!!!

Facciamo delle considerazioni e vediamo come sono formati strutturalmente i denti e quali sono i materiali più utilizzati per la loro riparazione.

I denti sono formati da un particolare tipo di tessuto osseo chiamato dentina (o avorio) di colore giallognolo. La sua funzione è quella di proteggere la polpa dalle variazioni di temperatura e dalle sollecitazioni meccaniche.

dente

La dentina è un tessuto calcificato composto da cristalli di idrossiapatite, ossia fosfato di calcio. E’ prodotta dagli odontoblasti situati lungo le pareti della cavità pulpare la quale contiene la polpa del dente, ricca di vasi sanguigni e di terminazioni nervose. Sono proprio questi vasi sanguigni e queste terminazioni (nervo trigemino) che permettono al dente di avere una propria sensibilità, di tipo tattile, dolorifica e termica, ossia lo rendono vitale. In ciascun dente si distinguono tre parti: la corona, il colletto e la radice.

La corona è la parte del dente visibile ad occhio nudo. In questa parte la dentina è rivestita dallo smalto, un tessuto di colore bianco molto resistente e mineralizzato che ha il compito di proteggere il dente dalle aggressioni esterne.

E’ costituito anch’esso da cristalli di idrossiapatite ed è prodotto da cellule chiamate ameloblasti, che cessano la loro attività quando il tessuto è completamente formato.

Strutturalmente è costituito da prismi che si estendono dalla superficie esterna a quella interna dello smalto. Fra un prisma e l’altro si interpone una matrice organica (matrice interprismatica). Ogni prisma è occupato da cristalli di idrossiapatite che hanno una sezione esagonale e sono ben addensati e allineati fra loro.

Il colletto è situato tra la radice e la corona ed è un tessuto di transizione attorno al quale la mucosa forma la gengiva.

La radice si inserisce nell’alveolo e ed è ancorata alle sue pareti dal legamento parodontale.

Nella radice la funzione di protezione dello smalto viene svolta da un altro tessuto osseo, detto cemento, che è un tessuto calcificato e stratificato in lamelle concentriche, parallele alla radice del dente.

I materiali più frequentemente usati per la riparazione dei denti sono i compositi.

I compositi sono costituiti fondamentalmente da una struttura resinosa organica  nella quale sono inglobate particelle di riempitivo inorganico (ceramiche, vetri, …) che hanno la funzione di migliorarne le qualità meccaniche. Ai due componenti principali vengono aggiunti i pigmenti necessari a formare le differenti sfumature di colore nonché i fotoiniziatori (un cocktail di canforochinone, TPO e PPD).

Nel processo di fotopolimerizzazione la lampada, con la sua frequenza, stimola gli opportuni attivatori fotosensibili (il principale dei quali e` il canforochinone – 468 nm) che a loro volta eccitando delle ammine terziarie, le trasformano in radicali liberi. Ogni radicale libero va ad attivare circa 50 monomeri.

polimeri

La polimerizzazione unirà i monomeri della matrice organica per formare dei lunghi polimeri, questa reazione viene definita conversione.

Luce1

I fotoattivatori presenti nel monomero vengono attivati dall’energia luminosa emessa dalla lampada fotopolimerizzatrice.

La lampada fotopolimerizzatrice ha come requisito principale la lunghezza d’onda del fascio luminoso emesso.

luce 2

Nelle lampade alogene la frequenza si ottiene facendo passare la luce prodotta attraverso un filtro che permette il passaggio delle sole frequenze di interesse.

Generalmente i puntali delle lampade polimerizzatrici sono costituiti da fasci di fibreottiche.

Considerazioni:

  1. le caratteristiche strutturali del dente ci evidenziano una grossa componente di cristalli di idrossiepatite,
  2. i materiali compositi usati per le ricostruzioni dentali hanno una componente di particelle di riempitivo inorganico (ceramiche, vetri, …),
  3. la luce alogena, con il puntale costituito da fasci di fibre ottiche, costituisce il veicolo di informazioni
  4. gli elementi dei punti 1,2,3 potrebbero assorbire, memorizzare e veicolare le informazioni energetiche fornite dal Cleanergy.Cl prima modifica Cl modificato

Prendiamo il nostro Midi “modificato”, quello realizzato nell’esperimento precedente  (leggi qui), appoggiamo il puntale su un dente già otturato e valutiamo cosa succede al dente ed al suo sistema energetico correlato.

arcate e meridiani

Lasciamolo agire 15 minuti, ritestiamo e controlliamo.

Cosa è successo? Attendo vostri commenti, scrivetemi!  

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IMG_0522Dott Michele Bonfrate

Nato a Grottaglie il 22-agosto 1953, laureato in Medicina e Chirurgia all’Universita’ di Siena nel 1979.

Dal 1980 al 1987 ha lavorato nel reparto di “Chirurgia generale” dell’Ospedale

“San Marco” di Grottaglie (TA).

Perfezionamento in Posturologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Firenze.

Master di II livello in “Riabiltazione Odontoiatrica Neuro Mio Fasciale”

presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di L’Aquila

Advanced Implant Surgical Training Program- State University of New York atBuffalo– Scool of dental Medicine- Departement of Oral and Maxillofacial Surgery

 Curriculum completo

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  1. Pingback: Nasce la K-TEV® : la TEV incontra la kinesiologia. | Sonia Germani Zamperini's Blog

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