Il firmamento. Che ci sia o non ci sia per noi è un’appendice, sì, qualche volta lo ammiriamo, magari durante una calda notte d’estate presi da una vena di romanticismo o bisognosi di uscire dal nostro piccolo mondo ma, abitualmente, lo percepiamo un elemento ininfluente, un inconsiderabile e lontano collegamento con gli elementi naturali della nostra vita.
Eppure, fino a non molto tempo fa, i nostri nonni contadini contemplavano le fasi lunari quali riferimenti importanti per la semina ed il raccolto, non solo, ma anche per semplici gesta quotidiane: il taglio dei capelli, i processi di disintossicazione e depurazione per l’organismo, la gravidanza, la fermentazione del vino e dei lieviti…qualcuno di voi ricorda i loro consigli? “Se fai l’amore durante la luna piena, hai più facilità a rimanere incinta”, “se tagli i capelli durante la luna crescente, ricresceranno più in fretta”, eccetera.
Noi uomini moderni e tecnologici abbiamo dimenticato quelle radici cosmologiche che interpretano l’universo come un’entità armoniosa e gerarchizzata il cui studio porta alla scoperta di affinità ed equivalenze tra le parti e il loro modello generatore: l’Assoluto.
Dice Jean Hani (1917-2012) filosofo francese esperto di Tradizione Romana, civiltà greca, Professore di letteratura e greco all’Università di Amièns in Francia:
“L’uomo arcaico era consapevole dello stretto rapporto che correva tra l’ordine del cosmo, assoluto, illimitato, e quello terrestre, finito, limitato e per questo non sufficiente a se stesso. Tutto ciò che avveniva nel cielo aveva una ricaduta tangibile sulla terra e influiva sugli eventi umani”.
La cosmogonia dunque implica il concetto che esiste qualcosa oltre l’Uomo, superiore all’Uomo, perciò Divino e Sacro, che influisce sull’esistenza del singolo e sugli eventi umani; la coscienza arcaica aveva come fulcro il concetto che il sacro è il principio generatore della realtà, per Conoscere era imprescindibile connettere la propria esperienza alle geometrie della volta celeste.
L’Universo e le sue dinamiche risultavano così fondamentali per l’uomo che fin dalle prime culture tribali egli necessita rappresentarlo con dei simboli. Il cerchio, la croce e il quadrato sono i simboli più antichi conosciuti e strettamente connessi all’orientamento in quei punti all’orizzonte in cui il Sole sorgeva e tramontava.
Scrive Anthony Snodgrass, ricercatore, archeologo noto per il suo lavoro sulla Grecia arcaica e Professore emerito all’università di Cambridge:
“l’immagine geometrica era una formula mnemotecnica che consentiva l’assimilazione e la trasmissione dei princìpi della meccanica universale conosciuti al tempo, da cui traeva fondamento la realtà naturale e la sopravvivenza dell’uomo.Questa geometria è indelebilmente impressa nell’orientamento delle fondazioni del tempio e della città, in occidente come in oriente senza escludere le culture tribali. La struttura del tempio, come ogni spazio ritenuti sacro dall’uomo, è una rappresentazione del cosmo, cioè imita la struttura dell’universo e incorpora una cosmologia”.
Lo Spazio Sacro o Templum è generato da rigide regole cristallizzate in un atto sacro, da un’Energia Divina, di natura celeste e tellurica, incanalata e perpetuata da un’orientamento.
Quali sono le regole che permettono la generazione di un Templum?
by Sonia Germani