Per non dimenticare le nostre origini, per non dimenticare Roberto.
http://zaro41.wordpress.com/2014/06/17/invocazione-ed-evocazione/
http://zaro41.wordpress.com/2014/05/21/nonluogo-no-grazie-spazio-antropologico/
http://zaro41.wordpress.com/2014/05/05/genius-loci-e-la-sacralita-di-un-bosco/
http://zaro41.wordpress.com/2014/04/22/divinita-nelle-statue-monumenti-archi-obelischi-eccetera/
INVOCATIO da cui l’italiano INVOCAZIONE, che è parola che viene appunto dal latino ed è formata da in e da vocàre, ovvero chiamare a sé, implorare l’aiuto. Secondo Wikipedia, i medici romani all’inizio della ricetta compilavano sempre una praepositio o invocatio, ovvero una formula iniziale del tipo “In nomine Jovis” = nel nome di Giove.
Ben più interessante è la
EVOCATIO e EVOCATIO DEORUM (Evocazione e l’evocazione degli Dei) anche se, probabilmente, l’idea del Kremmerz possa non contenere tutta la verità. Comincerò con una breve descrizione di una pratica molto famosa: la evocatio deorum.
Premetto alcune brevi considerazioni. Dice Paolo Possenti, ne Le Province dell’Impero:
Certamente i Romani furono un singolare popolo di conquistatori perché non cercarono di sostituire la loro etnia a quelle locali. I Romani non furono un popolo che faceva migrazione di massa come i Germani, né conquistatori che sterminavano…
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