Il Processo Evolutivo della Trasformazione nell’Arte

segue a :

  1. A sua immagine e “risonanza”.
  2. Un celebre e disastroso caso di risonanza
  3. Dalla neurofisiologia alla musica, dai metodi allopatici a quelli vibrazionali fino alle relazioni interpersonali, la risonanza è trend!
  4. Risonanza e Arte: Un Connubio di Emozioni
  5. L’ascolto dell’esperienza è un atto creativo ed un fenomeno di risonanza. 
  6. L’Arte come trasformazione dell’esperienza 
  7. Dalla sofferenza alla Bellezza: quando la vita diventa Arte

Ogni forma d’arte porta con sé un processo di trasformazione emotiva e creativa, permettendo di incanalare pulsioni e sentimenti in attività costruttive. Freud considerava la sublimazione come un segno di maturità, un meccanismo che permette all’individuo di comportarsi in modo socialmente accettabile. Questo processo non solo migliora il benessere psicologico, ma favorisce anche la crescita personale e la produttività creativa.

L’idea di sublimazione di Freud nasce dall’osservazione di individui che da bambini manifestavano comportamenti aggressivi o distruttivi, per poi incanalare queste energie in attività positive. (Non si tratta di serial killer alla Dexter: la sublimazione trasforma impulsi in energia costruttiva.)


La Sublimazione come Meccanismo di Difesa

meccanismi di difesa sono strumenti psicologici che aiutano a gestire conflitti interiori e stress emotivo. Sigmund Freud e Anna Freud hanno descritto diversi meccanismi di difesa, evidenziando il loro ruolo adattivo nella vita quotidiana.

Un esempio comune di sublimazione riguarda la sessualità: una persona attratta da qualcuno già impegnato può trasformare gelosia e frustrazione in attività costruttive come sport, scrittura o giardinaggio.

Secondo Anna Freud, i meccanismi di difesa, inclusa la sublimazione, contribuiscono alla formazione della personalità e alla gestione dei conflitti interiori, sostenendo l’equilibrio emotivo e psicologico.


Esempi Quotidiani di Sublimazione

La sublimazione si manifesta spesso senza che ce ne accorgiamo. L’arte e la cultura sono esempi classici, ma anche attività quotidiane possono avere effetti trasformativi.

1. Sport come sublimazione

Praticare sport è un modo naturale per incanalare energie aggressive o intense. Discipline come boxe, karate o kickboxing permettono di scaricare tensioni in modo sicuro. Inoltre, l’attività fisica favorisce la produzione di endorfine, migliorando umore e benessere generale.

2. Attività creative

Quando impulsi o desideri inappropriati non possono essere espressi direttamente, la creatività diventa un canale perfetto. Disegnare, dipingere, scrivere o creare artigianato permette di trasformare emozioni in forme socialmente apprezzate e benefiche.

3. Piccoli gesti quotidiani

Anche azioni semplici come cucinare, arredare o curare un giardino possono diventare espressioni artistiche. Ascoltare musica ispirante o decorare uno spazio con fiori trasforma la realtà circostante e migliora il nostro equilibrio emotivo.

4. Fruizione artistica

Osservare opere d’arte o assistere a spettacoli è un’esperienza attiva: il nostro sistema energetico entra in risonanza con l’artista, percependo emozioni e vibrazioni. La forza creativa di Picasso, Caravaggio o Van Gogh dimostra come l’arte possa trasformare il dolore in bellezza, come nel caso de “L’albero di mandorlo in fiore” di Van Gogh.


Trasformazione Interiore Attraverso la Creazione

Creare significa trasmutare emozioni e conflitti interiori, riattualizzando esperienze passate e armonizzando il nostro sistema energetico. Il dolore, fisico o emotivo, può indebolire i nostri centri energetici, ma l’atto creativo permette di purificarli e ristabilire equilibrio.

L’arte attiva piani di esistenza più elevati, aprendo canali di comunicazione con il Sé Superiore. In questo spazio, conflitti e divisioni si trasformano in armonia e bellezza.

La sublimazione è un modo maturo e sano di gestire le pulsioni indesiderate, permettendoci di incanalarle in attività costruttive e rafforzando il benessere psicologico e l’autostima.

E a te quale forma di Arte piace?

Un’Esperienza dal Vivo di Arte e Trasformazione

Se desideri vivere personalmente il potere trasformativo della creatività e della sublimazione, ti invitiamo a partecipare a una serata speciale di Flamenco presso il CRESS il 13 dicembre.

Questa esperienza unica unisce musica, danza e energia artistica, permettendoti di entrare in contatto diretto con le vibrazioni della performance e con il tuo mondo interiore. Partecipare significa non solo assistere a uno spettacolo, ma sperimentare in prima persona come l’arte possa trasformare emozioni, conflitti e tensioni in energia positiva e bellezza.

I posti sono limitati per garantire un’esperienza intima e immersiva. Assicurati il tuo spazio e prenota subito il tuo posto per non perdere questa opportunità di connessione, creatività e crescita personale.

whatsapp 3666160638 oppure 06768613 oppure info@cressitalia.com

“Dalla sofferenza alla bellezza: quando la vita diventa arte”

SEGUE a:

  1. A sua immagine e “risonanza”.
  2. Un celebre e disastroso caso di risonanza
  3. Dalla neurofisiologia alla musica, dai metodi allopatici a quelli vibrazionali fino alle relazioni interpersonali, la risonanza è trend!
  4. Risonanza e Arte: Un Connubio di Emozioni
  5. L’ascolto dell’esperienza è un atto creativo ed un fenomeno di risonanza. 
  6. L’Arte come trasformazione dell’esperienza

Breuer (psichiatra austriaco, Vienna 1842-1925) e Freud hanno utilizzato questo termine per indicare l’effetto auspicato di una “abreazione”, ovvero la liberazione emotiva attraverso cui un individuo riesce a sciogliere un trauma antico rimasto latente nell’inconscio.
Attraverso la riattualizzazione del passato, che viene rivissuto, esperito e trasformato, il soggetto compie un percorso di consapevolezza.

Questo processo ricorda molti approcci terapeutici — come la psicoanalisi o le costellazioni familiari — dove gli attori rappresentano membri chiave della famiglia e rendono visibile il cosiddetto “fantasma generazionale”, come lo definisce Schützenberger, che ha arricchito il panorama della psicogenealogia.

Il concetto aristotelico di catarsi non racchiude soltanto l’idea di espulsione dell’emozione, ma anche un’elaborazione e trasformazione profonda di essa: la forma espressiva può essere la tragedia, la danza o il disegno.

Otto Rank, psicanalista (Vienna 1884 – New York 1939), fu uno dei primi a praticare la psicoanalisi pur non essendo medico. Laureato in filosofia nel 1912, tra il 1906 e il 1915 fu segretario della Società Viennese di Psicoanalisi e cofondatore della rivista Imago (1912).
Rank riprende il concetto freudiano di sublimazione delle pulsioni, intesa come manifestazione del rimosso sotto forma di espressione creativa.
«Il conflitto è avvertito dagli artisti e proiettato sull’io con singolare intensità, poiché è troppo maturo per il sogno e non ancora patogeno: essi cercano di liberarsene attraverso l’opera d’arte».
L’arte, dunque, assume una funzione salvifica, prevenendo il rischio che il conflitto interiore diventi distruttivo e favorendo la crescita personale.

Wilfred Bion, psicoanalista inglese nato in India, si trasferì in Inghilterra e affermò che la conoscenza si sviluppa attraverso fasi di trasformazione continua.
Il processo creativo, secondo questa visione, non è tanto un atto di sapere quanto un atto di divenire, in cui si attraversano momenti germinativi dell’esperienza emotiva, carichi di potenzialità evolutiva.

«L’artista scopre strada facendo il suo sapere costruttivo, che non è un conoscere a priori, ma un conoscere incarnato nel fare… La riconosce partorendola, conoscendo così anche la sua emozione ed ispirazione» (Di Benedetto, 1993a, pp. 68-69).

L’opera d’arte include nel suo significato non solo il passato e la storia personale dell’autore, ma diventa anche parte del suo processo di costruzione del sé: «mediante gli atti creativi, l’uomo trasforma il destino che prima subiva e rinnova la propria esistenza» (Di Benedetto, 1993a, p. 74).

Anche Jung si è occupato di arte, distinguendo le opere nate da un’intenzione cosciente da quelle che, invece, sembrano imporsi all’autore stesso.
In questo secondo caso «l’opera porta con sé la propria forma; ciò che l’artista vorrebbe modificare gli viene respinto, e ciò che vorrebbe respingere gli viene imposto… Egli è sommerso da un fiume di idee e immagini che non derivano dalla sua intenzione conscia».

Questo fenomeno rappresenta il mistero dell’ispirazione creativa, quella forza che trascende la volontà e guida l’artista come in un dialogo con l’invisibile.

Il “Duende”, termine caro alla tradizione andalusa e reso celebre da Federico García Lorca, è l’anima segreta di questo processo: una potenza oscura e viva che nasce dal profondo, scuote il corpo, lacera l’anima e trasforma la sofferenza in pura espressione.
Non è una grazia o un dono divino, ma un combattimento interiore, un atto di presenza assoluta in cui la vita e la morte si sfiorano per generare bellezza.
Mozart stesso descriveva la sua ispirazione come un flusso continuo, «una musica che scorre dentro di me come dettata», senza correzioni, come se un’energia misteriosa guidasse la sua mano.

La trasformazione del dolore in arte è il cuore stesso della vita che si rinnova. Ti invitiamo a vivere questa esperienza unica di bellezza e passione al CRESS, con il flamenco e la musica dal vivo, il 13 dicembre. Vieni a sentire come la vita può diventare arte. 🎶💃

Per maggiori informazioni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14: 06768613, 3666160638

Email: tierraflamenca.eventi@gmail.com

Risonanza: L’Arte come Trasformazione dell’Esperienza

SEGUE a:

  1. A sua immagine e “risonanza”.
  2. Un celebre e disastroso caso di risonanza
  3. Dalla neurofisiologia alla musica, dai metodi allopatici a quelli vibrazionali fino alle relazioni interpersonali, la risonanza è trend!
  4. Risonanza e Arte: Un Connubio di Emozioni
  5. L’ascolto dell’esperienza è un atto creativo ed un fenomeno di risonanza.

Il fenomeno della risonanza, come abbiamo visto, si manifesta quando due o più sistemi entrano in relazione: può accadere tra persone, tra una persona e un luogo, un animale, un oggetto o persino davanti a un’opera d’arte.

La risonanza è oscillazione, frequenza, ritmo condiviso. Christian Huygens, fisico e matematico olandese, osservò come due pendoli posti sulla stessa parete dopo un certo tempo si sincronizzassero spontaneamente, postulando così la teoria ondulatoria.

Analogamente, il nostro corpo regola le sue funzioni vitali – dal cuore ai neuroni – attraverso sistemi oscillatori (Changeaux).
Dire risonanza significa dire empatia, transfert: essa può generare effetti positivi, come l’innalzamento del vitalismo, ma anche fenomeni negativi come la contaminazione sottile, frequente tra chi opera nella relazione d’aiuto. La risonanza agisce nella comunicazione, nelle relazioni, nei processi terapeutici… e persino nell’arte.

L’arte infatti, più che un privilegio di pochi, è un linguaggio universale che appartiene a tutti. Non è solo competenza degli artisti, ma patrimonio quotidiano, capace di nutrire equilibrio fisico, psichico, emozionale ed energetico. Per questo rivalutare l’arte significa collocarla nella vita di ogni individuo come via di benessere e trasformazione. Lo stesso John Dewey, filosofo e pedagogista statunitense, sottolineava la necessità di «ricostruire la continuità fra l’arte, i fatti, le azioni e le passioni di tutti i giorni», riconoscendo all’arte un ruolo essenziale: trasformare l’esperienza.
Freud, nel saggio Il poeta e la fantasia (1908), scrive che la fantasia agisce come una valvola di sfogo per le tensioni inconsce, dando forma a desideri insoddisfatti che altrimenti resterebbero inespressi. La creazione artistica, in questo senso, permette all’inconscio di emergere e di diventare accettabile, liberandolo dai vincoli rigidi del super-io.

Il linguaggio dell’arte apre così uno spazio nuovo in cui l’esperienza della realtà inconscia può avvenire senza conflitto. La sublimazione diventa allora l’arte stessa di esprimere l’inconscio: una retorica delle sue forme nascoste, una trasformazione che innalza energie e pulsioni da un livello più basso a uno più alto. Al di là degli aspetti tecnici propri della psicoanalisi, ciò che merita attenzione è il processo interiore che la sublimazione richiede: un lavoro di introspezione e di scoperta di sé, attraverso il quale gli oggetti e le relazioni assumono un significato nuovo e diverso (Loewald, 1992, p.26).
Anche Salomon Resnik, psichiatra e psicoanalista argentino (Buenos Aires, 1920 – Parigi, 2017), sottolinea questa dimensione trasformativa dell’arte: un processo che trasforma l’esperienza emotiva inconscia in qualcos’altro, operando uno spostamento, un’astrazione, una vera e propria metamorfosi interiore.

Un altro concetto caro a Freud e legato all’arte è quello di catarsi (dal greco katharsis), termine che Aristotele usò per indicare l’effetto della tragedia sullo spettatore. Da sempre questo concetto è oggetto di dibattito: alcuni lo interpretano come una purificazione etica delle passioni, quasi una forma di sublimazione; altri invece lo intendono come una liberazione temporanea dalle emozioni.

Secondo quest’ultima lettura, nel momento in cui assistiamo a una rappresentazione artistica di una passione, possiamo osservarla da una certa distanza, riducendone l’impatto emotivo immediato. In questo modo, il riconoscere dall’esterno i nostri stessi difetti o turbamenti può renderci più consapevoli e favorire una forma di liberazione interiore.

Dalla risonanza tra sistemi, persone e opere, fino al lavoro interiore che la sublimazione richiede, arte e psiche si incontrano nello stesso principio: la trasformazione.

L’arte, come fenomeno di risonanza e di sublimazione, diventa uno spazio privilegiato in cui l’inconscio prende voce, l’esperienza si trasfigura e l’essere umano trova un varco per conoscersi e rigenerarsi.
Così, ciò che nasce come impulso grezzo, desiderio o tensione, attraverso l’arte può trasformarsi in bellezza, armonia, consapevolezza. L’arte si rivela allora non solo come espressione estetica, ma come forza vitale, capace di generare empatia, guarigione, equilibrio: una vera e propria alchimia dell’esperienza umana.

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L’ascolto dell’esperienza è un atto creativo ed un fenomeno di risonanza.

SEGUE A:

  1. A sua immagine e “risonanza”.
  2. Un celebre e disastroso caso di risonanza
  3. Dalla neurofisiologia alla musica, dai metodi allopatici a quelli vibrazionali fino alle relazioni interpersonali, la risonanza è trend!
  4. Risonanza e Arte: Un Connubio di Emozioni

Ho scritto negli articoli precedenti sulla risonanza, indicando i principi attraverso i quali essa si genera. La risonanza è un fenomeno diffuso nel campo delle energie sottili e della vita. Molti sono i suoi effetti, che possiamo riassumere in comunicazione, relazione, empatia, transfer.

Durante l’arco della giornata ne produciamo in abbondanza, perché l’uomo è un sistema aperto e, per vivere, ha bisogno di creare risonanza; ma ce n’è una che a cui probabilmente pochi associano il concetto di risonanza: l’arte.

1. L’arte come esperienza
L’esperienza artistica (sia come pratica sia come fruizione) è considerata, nella nostra cultura, una dimensione separata dalla vita quotidiana e prerogativa di “specialisti”, detentori di un sapere difficilmente accessibile.
Riportare tale dimensione alla luce della quotidianità dell’esperienza di ogni essere umano può essere un obiettivo per raggiungere, naturalmente, un equilibrio fisico, psico-emozionale ed energetico.


Mostrare che l’esperienza creativa fa parte delle facoltà e delle modalità normali della persona era già stato l’obiettivo di filosofi e pensatori del passato. John Dewey (filosofo e pedagogista statunitense; scrittore e professore universitario prima all’Università del Michigan e del Minnesota, poi all’Università di Chicago), ad esempio, si dedicò allo studio dell’arte con lo scopo di: «ricostruire la continuità fra l’arte, i fatti, le azioni e le passioni di tutti i giorni, che sono universalmente riconosciuti come costitutivi dell’esperienza». L’artista cosa fa? Si ascolta e crea, trasformando l’esperienza.


L’ascolto dell’esperienza è ciò che persegue l’artista, per dirla con le parole di Rainer Maria Rilke, scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema:

“Lasciar compiersi ogni impressione e ogni germe di un sentimento dentro di sé, nel buio, nell’indicibile, nell’inconscio irraggiungibile alla propria ragione, e attendere con profonda umiltà e pazienza l’ora del parto d’una nuova chiarezza; questo solo si chiama vivere da artista: nel comprendere come nel creare.”

Ma qual è la “voce” dell’esperienza che produce in atto creativo? Che cosa dobbiamo ascoltare, come ci parlerà? In altre parole, di che cosa è fatta l’esperienza? Qui la psicologia ci può essere d’aiuto nell’individuare quelle dimensioni che costituiscono la griglia dell’esperienza soggettiva. Alcune di queste sono: la dimensione immaginativa, la dimensione del vissuto corporeo, la dimensione emozionale-empatica, la dimensione comunicativo-relazionale.

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Risonanza e Arte: Un Connubio di Emozioni

Segue a :

  1. A sua immagine e risonanza
  2. Un celebre e disastroso caso di risonanza

Cinque punti fondamentali sul fenomeno della risonanza e oltre

1. La risonanza come relazione.
La risonanza si manifesta quando due o più entità entrano in relazione tra loro: può trattarsi di due persone, oppure del legame che una persona stabilisce con un luogo, un’opera d’arte, un animale, una persona, un’idea o un oggetto carico di significato.

Un esempio semplice: camminare in un bosco e sentirsi subito “a casa”, come se l’ambiente ci accogliesse, è un’esperienza di risonanza naturale, oppure entrare in un locale e percepire disagio, senza una ragione apparente, rivela come l’interazione stabilitasi tra ambiente e persona, un fenomeno di risonanza appunto, possa influenzare il nostro stato interiore.

2. Risonanza forte e risonanza debole.
Possiamo distinguere una risonanza forte, che si verifica quando i sistemi coinvolti hanno grande somiglianza strutturale o vibrazionale (ad esempio il legame profondo tra genitori e figli, o tra due fratelli gemelli che “sentono” l’uno l’altro anche a distanza), e una risonanza debole, che nasce invece da qualche elemento in comune per cui innesca una parziale risonanza come parziale è la somiglianza.


Un caso quotidiano di risonanza debole è quello di due colleghi che scoprono di amare la stessa musica: quel dettaglio crea subito una comunicazione più fluida, istantanea, anche senza una vicinanza profonda.

Nei lavori di ricerca sulla fisiologia energetica si è osservato come strutture simili rispondano in modo analogo a determinati stimoli, rafforzando la sincronia quando la risonanza è intensa.

immagine tratta dal libro Fisiologia Sottile di Roberto Zamperini CRESS Edizioni

Prima di affrontare gli aspetti teorici del fenomeno della risonanza sottile, propongo un esperimento che chiunque può effettuare facilmente (a patto che abbia una minima sensibilità all’energia sottile). Osservate la figura a lato che rappresenta, a sinistra, due simboli identici A e B; a destra tre simboli (A, B, C) simili ma non identici. Che significano questi due simboli? Assolutamente nulla, perché me li sono inventati io, senza attribuir loro nessun particolare significato. Voi fate altrettanto, inventando un qualche vostro simbolo, purché assolutamente originale. Insomma, non deve essere copiato da qualcosa che già esiste e naturalmente dovrà essere diverso anche da quelli che io vi presento come esempi.

Chiamiamo il vostro simbolo A. Adesso fotocopiatelo e otterrete B, assolutamente identico ad A, come illustrato nella figura. Tenete i due oggetti piuttosto distanti l’uno dall’altro, diciamo in due stanze diverse. sottile

MIDI Cleanergy

Poi, prendete un Cleanergy o un altro strumento che proietti energia sottile pura (se ne avete uno) oppure utilizzate le vostre mani e con essi caricate di energia l’oggetto A. Lasciate passare qualche minuto e, quando siete certi che sia ben carico per averlo testato, testate anche (che, ricordo, NON avete caricato). Anche ha energia, vero? Non quanta ne ha A, diciamo che ha il 60 o 70% dell’energia di A, ma comunque non è scarico come all’inizio. Per quale magia, caricando A, si è caricato anche B? Questa magia è un aspetto di grande rilevanza, nel campo delle energie sottili e si chiama risonanza Il fenomeno della risonanza è ben noto in Fisica ed è utilizzato in un’infinità di applicazioni, che vanno dall’acustica, all’ottica, alle telecomunicazioni, eccetera. È noto perfino in Biologia e in Medicina. Ma è nel campo delle energie sottili, che la risonanza dà luogo agli effetti più straordinari ed incredibili.

Osservate ora di nuovo la figura e spostate la vostra attenzione ai tre simboli, sulla destra.  è un simbolo originario. è simile ma non esattamente identico ad A, perché è la sua immagine speculare, proprio come le vostre due mani, che sono simili ma non identiche, solo approssimativamente speculari. L’oggetto è anch’esso simile ad A, non speculare ma non identico, perché è più piccolo dell’originale. Ripetiamo l’esperimento di prima, cercando di rispettare gli stessi tempi di esposizione al Cleanergy o proiettando con le mani. Testiamo prima A, poi B, infine C. Questa volta non avranno il 60 o 70% dell’energia di A, ma, diciamo, il 30% o meno. Se chiamiamo “immagine proiettante” e “immagini riceventio “risonanti”, possiamo concludere che, se tra le immagini proiettanti e risonanti c’è assoluta uguaglianza, la risonanza è forte, se c’è solo somiglianza, la risonan- za è più debole. La risonanza si indebolisce via via che la somiglianza diventa minore. L’energia di un’immagine risonante più piccola dell’originale e che sia anche speculare sarà ancora più bassa di quel 30% che abbiamo indicato, perché c’è ancora meno somiglianza. In conclusione:

Livelli di risonanza sottile:

1. Uguaglianza: genera risonanza forte;

2. Somiglianza: genera risonanza debole.

tratto dal libro Fisiologia Sottile di Roberto Zamperini -CRESS Edizioni-

3. Un fenomeno oscillatorio.
La risonanza è, in fondo, un fenomeno oscillatorio: riguarda frequenze che si accordano. Il fisico olandese Christian Huygens fu tra i primi a descriverlo, osservando come due pendoli posti vicini tendessero, dopo un certo tempo, a sincronizzarsi sullo stesso ritmo.
Anche il corpo umano è un insieme di oscillatori biologici: il cuore, le secrezioni ormonali, l’attività dei neuroni si regolano attraverso dinamiche ritmiche e sincroniche. La neurobiologia contemporanea sottolinea come le nostre interazioni sociali siano regolate anche da questi meccanismi: ad esempio, in una conversazione coinvolgente, il battito cardiaco e le micro-espressioni di due interlocutori possono allinearsi inconsciamente.

4. Risonanza, empatia e transfert.
Dire risonanza significa parlare anche di empatia e transfert: ogni incontro vibrazionale porta con sé conseguenze, positive o negative. Quando la risonanza produce vitalità ed elevazione, ha effetti benefici; quando invece genera assorbimento delle tensioni o dei disturbi sottili di un’altra persona, può comportare forme di “contaminazione energetica”.
Questo è un fenomeno noto in ambito terapeutico: psicologi e operatori del benessere imparano a riconoscere i rischi di un’eccessiva identificazione con il vissuto del paziente, così da non interiorizzare i suoi sintomi o le sue congestioni energetiche. Al tempo stesso, in contesti artistici, la risonanza può aprire spazi di guarigione: studi di arteterapia mostrano come l’incontro con un colore, un suono o un gesto teatrale possa risvegliare memorie e processi trasformativi profondi.

5. Risonanza e arte: un linguaggio universale. 

Esempi di risonanza si ritrovano nella relazione terapeutica, nella comunicazione verbale e non verbale, ma anche in campi che raramente assoceremmo a questo concetto: ad esempio l’arte.
L’arte, troppo spesso relegata a una dimensione riservata agli specialisti, appartiene invece a tutti. Non è soltanto patrimonio degli artisti, ma strumento universale di crescita interiore. In un’ottica di equilibrio psicofisico ed energetico, l’arte rappresenta un accesso diretto alla bellezza e all’armonia, stimolando processi profondi di trasformazione.

Già diversi pensatori hanno colto questo legame. John Dewey, filosofo e pedagogista statunitense, sottolineava come l’arte non fosse separata dalla vita quotidiana, ma parte integrante delle esperienze e delle passioni umane. L’artista, infatti, non fa che trasformare ciò che vive in espressione creativa, e in questo gesto ciascuno può riconoscere un processo universale.
Non è un caso che in progetti di musicoterapia con pazienti oncologici si sia osservato un miglioramento dell’umore e della percezione del dolore: l’arte crea una risonanza che guarisce, perché restituisce vitalità e senso di connessione.


Un esperimento atipico al CRESS

Il 13 dicembre, al CRESS, daremo corpo a queste riflessioni con uno spettacolo di flamenco: un evento che unisce scienza, energia e arte in un’unica esperienza di risonanza collettiva.
Il flamenco nasce dalla capacità di trasformare emozioni intense in ritmo, gesto e bellezza: è empatia vibrante, è risonanza che diventa energia condivisa. Sarà un’occasione per vivere dal vivo ciò che qui abbiamo esplorato teoricamente: la risonanza come linguaggio universale che connette corpi, cuori e coscienze.

I partecipanti potranno aspettarsi un’esperienza che non è soltanto estetica, ma energetica: non si assiste soltanto a uno spettacolo, si entra in un campo vibrante dove il battito del piede, il suono della chitarra e l’emozione dei danzatori diventano strumenti di connessione. Ci si può sorprendere a sentirsi più leggeri, più presenti, più “in risonanza” con sé stessi e con gli altri.

Posti limitati.
Per maggiori informazioni e prenotazioni: 3666160630 (solo WhatsApp)

SEGUE


Bibliografia essenziale

  • Huygens, C. (1673). Horologium Oscillatorium. Parigi.
  • Changeux, J.-P. (1983). L’uomo neuronale. Milano: Feltrinelli.
  • Dewey, J. (1934). Art as Experience. New York: Minton, Balch & Co.
  • Zamperini, R. (2004). Fisiologia sottile. Roma: CRESS Edizioni.