Gli osservatori del cielo. L’origine dello Spazio Sacro 4 parte.

Man-Looking-At-The-StarsQuesti Antichi…ne sapevano una più del diavolo. Se potessimo tornare nel passato con la macchina del tempo li vedremmo sopra un colle ad osservare il cielo, di giorno, di notte, all’alba, al tramonto, ci verrebbe quasi da indispettirsi, noi super indaffarati a rincorrere i minuti e loro con il naso all’insù, un romano dei tempi nostri direbbe “aò, non c’hanno proprio niente da fa’ ” eppure dalle loro osservazioni venivano istituiti i calendari per la raccolta e la semina, i riti propiziatori, le cerimonie religiose, le battaglie, le fondazioni di nuove idee e nuove città, nuovi templi, o meglio, nuovi templum.

 
Sul colle, l’osservazione del moto del Sole e la posizione in cui questo si levava e orientamentotramontava all’orizzonte dello spazio celeste, toccando i lembi della terra, permetteva di determinare il cardo maximus (asse nord-sud) e il decumanus maximus (est-ovest) ottenendo nello spazio sacro una croce ortogonale a cui si intersecava una croce diagonale (vedi immagine sotto) generata dai punti di levata e di tramonto del Sole al solstizio d’estate ed al solstizio d’inverno.
Spazio Sacro GottarelliIn questi punti, nati dall’oservazioni del sole e dal centro del quadrato, venivano interrati 9 ceppi a terra a delineare il perimetro ed il centro dello Spazio Sacro di una città o di un templum.
Il quadrato del templum era ottenuto dalla proiezione della volta celeste sulla terra entravano in gioco cioè elementi fortemente archetipali, due di questiil quadrato ed il cerchio.

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